Sono tanti, tantissimi i ricordi che mi porterò dietro una volta finita la mia esperienza di volontaria sul terreno con Peace Brigades International (PBI) Honduras.
Però credo che il momento più impattante e commovente per me resterà sicuramente il giorno in cui David Castillo è stato dichiarato colpevole, riconoscendolo finalmente come l’autore intellettuale dell’ omicidio di Berta Carceres, la famosa attivista ambientale.
Il COPINH (Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras) è una delle 6 organizzazioni accompagnate da PBI Honduras. IL COPINH nasce il 27 marzo del 1993 ed è l’organizzazione di riferimento del movimento indigeno Lenca nel dipartimento di Intibucá. Il COPINH lotta per la difesa dell’ambiente e per il salvataggio della cultura Lenca e Berta Caceres è stata la direttora e leader del COPINH.
Berta Caceres fu assassinata nella notte tra il 2 e il 3 marzo 2016 per mano di uomini armati che di notte entrarono nella sua casa. Berta si stava battendo da anni contro la costruzione del progetto idroelettrico Agua Zarca nel nord-ovest dell’Honduras, promosso dalla compagnia nazionale Desarrollos Energéticos (Desa) il cui rappresentante legale era appunto David Castillo. Il progetto Agua Zarca limita l’accesso della comunità Lenca al fiume Gualcarque e, di conseguenza, ostacola l’accesso ad acqua e possibilità di coltivare il proprio cibo. Berta Caceres aveva acquisito grande notorietà internazionale quando vinse nel 2015 il prestigioso premio Goldman, conosciuto come il Premio Nobel per l’Ambiente.
Il 5 luglio 2021 è stato un giorno importantissimo nella lotta per la giustizia per Berta Caceres: finalmente, dopo anni di processo, la Corte Suprema di Giustizia riconosce Roberto David Castillo Mejìa come l’autore intellettuale dell’omicidio di Berta. Questa sentenza riconosce quindi l’esistenza di un piano ben elaborato dagli alti vertici dell’impresa DESA, che aveva come obiettivo finale eliminare Berta.
E’ importante menzionare che il caso Berta non è seguito solo da PBI: sono tantissime le organizzazioni nazionali honduregne e internazionali che appoggiano il COPINH, e che reclamano “Justicia para Berta!”. Bene, quel 5 luglio erano tantissime le organizzazioni e i sostenitori alla causa, e anche PBI era presente. Tutti insieme, abbiamo accompagnato ed osservato la grande e colorata manifestazione in sostegno a Berta Caceres.
Potevo sentire forte e chiaro che quella era una giornata decisiva e importantissima.
L’aria era elettrica. Il fermento e il brulichio dei presenti erano incontenibili.
Di quel giorno, mi ricordo ancora il forte odore dell’incenso mischiato con quello dei fiori freschi. Infatti, davanti ai cancelli della Corte Suprema di Giustizia, le compagne e compagni del COPINH crearono un altare in onore a Berta. Mi ricordo il nervosismo generale delle persone presenti: quale sarebbe stata la decisione della Corte?
Dopo una lunga attesa, finalmente dai parlanti sintonizzati con la sala del tribunale esce chiara la voce del giudice: “David Castillo colpevole”.
Non posso descrivere a parole la gioia di quel momento. L’emozione era immensa e incontenibile. Sono esplosi canti e balli improvvisati intorno alla grande ruota di fiori sull’asfalto. Ovunque mi girassi, la gente si abbracciava, rideva e piangeva.
Finalmente, la lunga e dura lotta del COPINH e della famiglia di Berta aveva dato i suoi frutti.
Finalmente, si era dato il primo e importantissimo passo nel cammino per la Justicia para Berta. La prossima tappa del giudizio sarà sapere quanti anni di carcere verranno dati a Castillo.
Lo spirito di Berta è incontenibile e sempre presente. La sua morte in realtà gli ha ridato una seconda vita. E lo dimostra una piccola canzone che la gente spontaneamente si mette a cantare e che non può mancare in nessuna marcia o manifestazione ambientalista e di diritti umani:
“Berta no se muriò
Berta no se muriò,
Berta se hizo millones, se hizo millones,
¡BERTA SOY YO!”
(trad. Berta non è morta, è diventata milioni: Berta sono io!)