PBI e la protezione civile non armata come forma di difesa basata sulla popolazione civile
Pubblichiamo qui la traduzione di un articolo apparso su PBI Canada. Qui puoi leggere l’articolo originale.
‘I paramilitari mi hanno fatto scendere da un veicolo e c’è stato un momento in cui, se non ci fossero state con me due persone di PBI, una italiana e una norvegese, probabilmente mi avrebbero fatto scomparire.’
Sembra che, in questo momento politico di tensione crescente e di preoccupazione, il concetto di ‘difesa civile’ stia emergendo in molti contesti diversi.
Nel marzo 2025 gli autori Peter MacLeod e Richard Johnson hanno spiegato al quotidiano canadese The Tyee: ‘La difesa civile è la la capacità di tutta una società di resistere alle crisi’.
Aggiungono inoltre: ‘In Svezia e Finlandia, la difesa civile è basata sulla formazione, sulla preparazione della comunità e sulla responsabilità personale. Ci si aspetta che ogni adulto abbia conoscenze e abilità di base per aiutare in caso di emergenza, che si tratti di primo soccorso, di difesa di infrastrutture critiche o di organizzazione di squadre locali di intervento.’
E dicono che ‘la trasformazione da alleato ad avversario potrebbe avvenire da un giorno all’altro, dato che gli Stati Uniti, protezionisti, guardano alle vaste riserve energetiche e di acqua dolce del Canada… dobbiamo essere abbastanza forti per contrattaccare, abbastanza resilienti per sopravvivere ad attacchi informatici e alla coercizione economica… dobbiamo essere pronti per difendere la nostra sovranità, non solo attraverso la spesa militare, ma anche potendo contare su una popolazione impegnata, allenata e pronta.’
Difesa civile, non militarismo
Questa settimana, il Partito Verde del Canada si è impegnato, se eletto a fine mese, a ‘fornire una formazione universale in materia di difesa civile, facendo in modo che tutti i canadesi, a prescindere dalla loro età o dalla loro origine, abbiano abilità di base che consentano loro di rispondere alle emergenze, tra cui anche abilità di primo soccorso, di risposta ad una crisi e consapevolezza sulla sicurezza informatica.’
La co-leader del Partito Verde, Elizabeth May, ha aggiunto: ‘Questo non è un appello alla militarizzazione, ma a sostenersi reciprocamente nei momenti di crisi’.
Nonviolenza attiva
Ieri, il Canadian Friends Service of Canada (I Quaccheri) ha dichiarato: ‘Ci preoccupano le voci che circolano in Canada e che proclamano con veemenza la necessità di irrobustire le forze armate come metodo di difesa in caso di invasione. […] Come abbiamo spiegato in altre occasioni, la difesa popolare e le tecniche basate sulla nonviolenza attiva sono forme praticabili affinché le nazioni si difendano… esortiamo i canadesi ad imparare di più sulla nonviolenza attiva. […] Esortiamo il Canada ad impegnarsi nella resistenza nonviolenta, basata sulla giustizia e la pace.’
Peace Brigades International (PBI) e difesa civile
‘Lavorare in modo concreto per realizzare la pace’
Poco prima della sua morte nel 1992, l’attivista per la pace Petra Kelly, tedesca ed eco-femminista, amica di Hans Sinn, cofondatore di Peace Brigades International, ha scritto su Difesa Sociale Nonviolenta: ‘La fine della guerra fredda ha portato pochi cambiamenti alla nostra prospettiva militarista. Perché non investire in studi e azioni per la pace? È necessario sostenere gruppi come le Peace Brigades International, che intervengono in modo nonviolento in situazioni di conflitto. Dobbiamo lavorare in modo concreto per far sì che la pace e la nonviolenza diventino scenari del nostro tempo.’
Protezione civile disarmata
L’idea di ‘protezione civile non armata’ (unarmed civilian protection, UCP) rientra nel più ampio concetto di difesa civile. È in stretta relazione anche con l’idea gandhiana di ‘Shanti Sena’ (esercito di pace o brigata di pace), che ha ispirato la creazione di Peace Brigades International (PBI) e i nostri team di ‘guardie del corpo non armate’.
L’attuale pratica di PBI di accompagnamento di organizzazioni, difensori e comunità minacciate è nata e si è evoluta a partire dalla nostra dichiarazione di fondazione: ‘Stiamo creando un’organizzazione con la capacità di mobilitare e mettere a disposizione unità di persone volontarie formate. Queste unità potranno essere assegnate a zone di alta tensione per prevenire scoppi di violenza. In caso di combattimenti ostili, una brigata potrà stabilire e monitorare un cessate il fuoco, offrire servizi di mediazione o svolgere attività di ricostruzione e riconciliazione».
Come Mac Leod e Johnson hanno scritto il mese scorso su The Tyee, avere una difesa popolare in Svezia e Finlandia implica ‘organizzare gruppi di intervento locali’; anche la dichiarazione di fondazione delle PBI del settembre 1981 fa riferimento a ‘individui e gruppi che mettono a disposizione i loro servizi nel lavoro locale, regionale e internazionale di brigate di pace.’
Per esempio, il co-fondatore di PBI, Daniel N. Clark, ha scritto che, verso la fine del 1981, un altro co-fondatore di PBI, Lee Stern, stava ‘lavorando per formare una brigata a New York, per rispondere alle attività del Ku Klux Klan’.
Come combattere il fascismo
Mentre PBI pensava a come rispondere al KKK nel 1981 con una brigata con sede a New York, questa settimana la colonnista del Guardian Zoe Williams ha scritto un articolo intitolato ‘Come lottare contro uno stato fascista: quello che ho imparato ad una riunione informativa sulla Seconda Guerra Mondiale per agenti segreti’, articolo che fa riferimento agli arresti, avvenuti lo scorso fine settimana, di attivisti di Youth Demand nella Westminster Quaker Meeting House a Londra, Regno Unito.
Facendo riferimento alle ‘azioni non statali’ dei movimenti e all’auto descrizione di Youth Demand come ‘campagna di resistenza civile nonviolenta’, Williams dice, nel suo articolo su The Guardian: ‘Una narrativa che non produce niente di concreto non ha senso, una protesta che non causa disturbo non ha senso, una perturbazione senza una strategia non ha senso’.
Difesa civile per difendere i civili
Le organizzazioni, i difensori e le comunità accompagnate da Peace Brigades International fondamentalmente sfidano il potere: il potere di una corporazione transnazionale di imporre un megaprogetto in un territorio, senza permesso; il potere di un gruppo armato illegale di arricchirsi mediante l’estrazione di risorse naturali; il potere dello stato di imporre una struttura vantaggiosa per pochi e che, invece, impoverisce la maggior parte della popolazione.
Questo sfidare il potere è la ragione per la quale più di 2106 difensori della terra e dell’ambiente sono stati assassinati negli ultimi dieci anni. Per questo, PBI è presente in Paesi come Colombia, Guatemala, Honduras e Messico, dove la maggior parte di questi difensori sono stari uccisi.
La nostra forma di difesa basata sulla società civile consiste nel difendere i civili che sfidano il potere delle multinazionali, i paramilitari e lo stato, per far sì che la visione di un mondo giusto e sostenibile, basato sui diritti e non sull’impunità, diventi realtà.
Puoi rimanere in contatto con noi attraverso i nostri articoli periodici sull’accompagnamento non armato ai difensori qui.