Elezioni annullate?
L’8 dicembre, la Procura del Guatemala ha rivelato i risultati di tre indagini svolte sul processo elettorale. Accusa il Movimiento Semilla della falsificazione di oltre 8.000 firme per la registrazione del partito e di finanziamenti elettorali non registrati, più riciclaggio di denaro. Inoltre accusa il Tribunale Elettorale Supremo (Tribunal Supremo Electoral, TSE) per illegittimità che avrebbe commesso durante il processo elettorale del 2023, citando questioni relative alla conservazione di scatole contenenti materiale elettorale, e all’uniformità dei formati utilizzati. Per quanto riguarda il terzo caso, la Procura ha affermato che le irregolarità erano abbastanza significative da giustificare la cancellazione delle elezioni.
L’OSA (Organizzazione degli Stati Americani) ha condannato queste azioni, definendole «un tentativo di colpo di stato da parte della Procura del Guatemala».
A sua volta, l’Unione europea «[ha] condanna[to] inequivocabilmente i tentativi di annullare i risultati delle elezioni generali e presidenziali del Guatemala sulla base di accuse ingiustificate di frode», e ha dichiarato che «le azioni e le dichiarazioni della Procura del Guatemala rappresentano un tentativo di colpo di Stato guidato da procuratori con interessi politici”, aggiungendo di “essere pronti ad adottare un quadro che consenta misure restrittive mirate nei confronti dei responsabili di tali azioni”.
Diversi paesi, tra cui Colombia, Germania, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svezia, e Stati Uniti hanno respinto le azioni del Pubblico Ministero.
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk “ha lanciato l’allarme riguardo i tentativi persistenti e sistematici, da parte dell’Ufficio del Procuratore generale del Guatemala, di invalidare i risultati delle elezioni generali”.
Il governo ha informato di aver intrapreso un processo di transizione trasparente, di essere rispettoso dell’indipendenza delle agenzie statali e delle istituzioni autonome e decentrate, e ha respinto con decisione quelle che ha definito “dichiarazioni affrettate di alcuni attori della comunità internazionale riguardo ad azioni che, secondo i loro comunicati stampa, implicherebbero una modifica dell’ordine costituzionale”.
Crisi Politica e dello Stato di Diritto in Guatemala
Il Guatemala sta attraversando una grave crisi politica e democratica dovuta ad una situazione sempre più autoritaria. Le Nazioni Unite e l’Organizzazione degli Stati Americani hanno ripetutamente espresso preoccupazione per il deterioramento della situazione dei diritti umani e dello Stato di diritto.
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha denunciato, a gennaio e a marzo, la «persecuzione dei funzionari giudiziari» che combattono l’impunità o lavorano su casi di corruzione, inclusi alcuni ex membri della Commissione internazionale contro l’impunità in Guatemala (Comisión Internacional contra la Impunidad en Guatemala, CICIG) e contro i membri dell’Ufficio del procuratore speciale contro l’impunità (Fiscalía Especial contra la Impunidad, FECI). Ha espresso inoltre preoccupazione per «l’aumento di oltre il 70 per cento del numero di funzionari giudiziari vittime di molestie e intimidazioni a causa del loro lavoro», e «l’aumento del 54 per cento rispetto allo scorso anno di molestie e intimidazioni, e dell’uso o abuso di procedimenti penali contro difensori e difensore dei diritti umani, popoli indigeni, organizzazioni per i diritti umani, media e giornalisti».
Secondo l’Unidad de Protección a Defensoras y Defensores de Derechos Humanos (UDEFEGUA), il numero di attacchi contro difensori e difensore dei diritti umani nel 2022 è stato di oltre 3.500, tre volte superiore a quelli registrati nel 2020 e 2021, e sette volte superiore rispetto al 2019. L’assenza di politiche pubbliche atte a proteggere difensori e difensore, insieme all’adozione di leggi restrittive, tra cui quelle che gli esperti delle Nazioni Unite e dell’OSA hanno definito come una “legge soffocante per le ONG», hanno creato un ambiente ostile per la difesa dei diritti umani.
Elezioni 2023
Il 20 agosto 2023 si è svolto il secondo turno delle elezioni presidenziali che si è concluso con la vittoria del candidato Bernardo Arévalo, dopo una campagna elettorale in cui prometteva di ripristinare lo Stato di diritto e le istituzioni democratiche, e di combattere la corruzione.
La missione di osservazione elettorale dell’Organizzazione degli Stati americani (OSA) ha espresso, nella sua relazione preliminare, che la stabilità democratica del Guatemala è stata sottoposta a «pressioni intense e costanti», con «interventi di diversi attori che hanno cercato di ignorare, ritardare, o invertire la formalizzazione dei risultati, tutto ciò intimidendo gli organi elettorali e il personale tecnico impegnato nel processo, fornendo informazioni scorrette, e seminando dubbi nella popolazione quando non vi era comprovato motivo per farlo, delegittimando ed erodendo così il processo democratico».
La missione di osservazione elettorale dell’Unione Europea, nella sua relazione finale, ha dichiarato che «le elezioni sono state oggetto di un’ampia giurisdizionalizzazione e di abusi nei procedimenti legali, principalmente da parte della Procura speciale contro l’impunità (FECI), e da alcuni partiti politici insoddisfatti dei risultati del primo turno elettorale, compromettendo così la certezza del diritto e la separazione dei poteri”. Ha infine dichiarato, il 16 novembre, che «non c’è stata frode nelle elezioni».
Tentativi di impedire al presidente eletto di assumere la presidenza
Il 31 ottobre, la Corte Elettorale Suprema ha sospeso lo status giuridico del partito politico del presidente eletto, il «Movimiento Semilla», per presunte irregolarità rilevate nel modo in cui il partito era stato creato. La polizia aveva precedentemente fatto irruzione nel quartier generale del Movimiento Semilla il 21 luglio, periodo in cui si erano diffuse critiche sia interne che internazionali. Nel mese di agosto la missione dell’OSA ha definito la sospensione provvisoria del Movimiento Semilla da parte del tribunale elettorale come «un’interpretazione abusiva della legge, volta a sospendere i diritti di un partito che aveva ricevuto un ampio sostegno durante le elezioni, violando così i più basilari principi costituzionali che garantiscono i diritti degli elettori, senza inoltre alcun fondamento o ragione debitamente dimostrata».
La missione dell’OSA ha espresso, Il 12 settembre, una profonda preoccupazione per le azioni intraprese dalla Procura, la quale ha fatto irruzione nel Centro operativo del processo elettorale (Centro de Operaciones del Proceso Electoral, COPE).
Il 29 settembre si è poi pronunciata sulla richiesta di revoca dell’immunità ai giudici regolari e supplenti del Tribunale Elettorale Supremo (Tribunal Supremo Electoral, TSE).
Il 16 novembre, la Procura del Guatemala si è mossa per revocare l’immunità del presidente eletto Bernardo Arévalo e della vicepresidente Karen Herrera, accusandoli di depredazione dei beni culturali, associazione illecita, e traffico d’influenza in relazione all’occupazione dell’Università di San Carlos della capitale guatemalteca nel 2022. Come prova, i PM hanno indicato l’uso dei social media di Arévalo; secondo il procuratore capo Saúl Sánchez, Arévalo avrebbe infatti supportato l’occupazione dell’università «usando i suoi account di Twitter, Facebook e altri social network». Il pubblico ministero ha inoltre arrestato cinque persone, effettuato numerose incursioni nelle case, e annunciato mandati di arresto per altri 22 tra accademici, giornalisti, difensori e difensore dei diritti umani, e membri del partito Movimiento Semilla sospettati di essere coinvolti nell’occupazione dell’università iniziata nel maggio 2022, quando l’elezione del rettore dell’università stessa fu in gran parte percepita come fraudolenta. Le organizzazioni internazionali hanno condannato il fatto che queste persone siano state criminalizzate per aver fondamentalmente svolto il loro ruolo; denunciare la corruzione nel processo elettorale. L’Organizzazione degli Stati americani ha fermamente condannato l’uso di procedimenti preprocessuali da parte del pubblico ministero contro il binomio presidenziale e contro diversi membri dei partiti politici Semilla, VOS, e Winaq, affermando che “queste decisioni del pubblico ministero costituiscono azioni di natura politica che distorcono il processo elettorale e possono incidere sul suo esito, sono pertanto assolutamente inadeguate e inaccettabili per un sistema politico democratico” aggiungendo che il pubblico ministero “viola le disposizioni dell’articolo 2, 3 e 4 della Carta Democratica Interamericana”.
Il 15 novembre, 20 paesi membri dell’OSA hanno adottato una risoluzione che invita lo stato guatemalteco, incluso il Pubblico Ministero, a fermare o impedire qualsiasi atto di intimidazione contro funzionari eletti o membri del partito Semilla.
Il 15 novembre, tre anni in ritardo rispetto a quanto richiesto dalla legge, il Congresso del Guatemala ha eletto una nuova Corte Suprema. Tra i 13 magistrati eletti alla Corte, 10 sono già stati accusati di crimini o denunciati pubblicamente in passato. Più della metà sono stati collegati al caso delle commissioni parallele (“Parallel Commision 2020” case).
È compito della Corte suprema pronunciarsi sulla revoca dell’immunità dei funzionari pubblici.
Proteste pubbliche
Dal 2 ottobre, migliaia di persone, di diverse regioni del paese, hanno mantenuto una presenza permanente di fronte all’ufficio del Procuratore Generale a Città del Guatemala, e ci sono state massicce proteste in tutto il paese per chiedere le dimissioni del Procuratore Generale nonché Pubblico Ministero Consuelo Porras, in quanto è considerata responsabile della crisi. Il gruppo ha inoltre richiesto le dimissioni dei procuratori Rafael Curruchiche e Cinthia Monterroso, nonché del giudice Fredy Orellana, che ha autorizzato la sospensione del partito Movimiento Semilla. Dai medici degli ospedali pubblici fino agli insegnanti, gli studenti, gli accademici, i venditori dei mercati, migliaia di cittadini si sono uniti alle proteste.
Reazioni internazionali
Gli Stati Uniti hanno annunciato che avrebbero limitato i visti di 11 guatemaltechi implicati in azioni per sabotare il processo democratico, e hanno inoltre condannato le azioni legali contro Arevalo e Herrera. “Gli Stati Uniti respingono inequivocabilmente i continui e sfacciati sforzi per minare il pacifico passaggio di potere del Guatemala al presidente eletto Bernardo Arévalo. Ciò include i piani dei funzionari del Pubblico Ministero di presentare accuse contro il presidente eletto Arevalo e il vicepresidente eletto Herrera, nonché contro i membri del partito Semilla e altri membri dell’opposizione. Condanniamo inoltre le incursioni e gli arresti motivati da interessi politici che hanno colpito i membri del partito Semilla. Questi ripetuti ed eclatanti atti antidemocratici minano le istituzioni democratiche del Guatemala e minacciano la stabilità del Guatemala e della regione nel suo complesso”, ha affermato un portavoce del Dipartimento di Stato in una dichiarazione pubblica.
Il 16 novembre l’ Unione europea ha espresso di essere “profondamente turbata dai tentativi intensificati di minare i risultati elettorali del Guatemala”, aggiungendo che “ulteriori azioni per rovesciare [l’esito delle elezioni] avrebbero inevitabilmente ripercussioni sulle relazioni tra l’Unione europea e le autorità che stanno permettendo tutto ciò”.
Cosa chiede la società civile alle autorità della Comunità Internazionale per evitare ulteriori passi indietro in Guatemala?
Alla luce delle valutazioni delle organizzazioni e degli esperti per i diritti umani in Guatemala, gli Stati possono intraprendere alcune azioni cruciali, come:
Rafforzare le misure di protezione per le organizzazioni della società civile e le persone che difendono la democrazia e lo Stato di diritto e che lottano contro l’impunità e la corruzione: nell’attuale situazione estremamente tesa, le misure di protezione devono essere fortemente aumentate, comprese le visite ai difensori e difensore dei diritti umani (HRD) a rischio, l’estensione dei visti di emergenza, il sostegno nella consulenza legale, il sostegno pubblico, e il riconoscimento della cittadinanza guatemalteca che difende lo Stato di diritto e la democrazia
Continuare a riconoscere pubblicamente i risultati delle diverse missioni di osservazione elettorale che hanno riconosciuto il processo elettorale come trasparente e il suo esito come corretto. Supportare pubblicamente il binomio presidenziale eletto mediante inviti, visite, e telefonate, con successive informazioni pubbliche sui social media
Istituire misure restrittive nei confronti delle persone che strumentalizzano attivamente il sistema giudiziario e promuovono tattiche politiche per indebolire la democrazia e criminalizzare la difesa dello Stato di diritto, tra cui il procuratore generale Consuelo Porras, il direttore della Procura contro l’impunità Rafael Curruchiche, il procuratore Cinthia Monterroso e il giudice Fredy Orellana, così come altri magistrati, membri del Congresso e imprenditori
Esortare il settore privato ad assumere una posizione più decisa ed efficace in difesa della democrazia, dello Stato di diritto, e della lotta contro la corruzione, in linea con la dichiarazione del portavoce dell’UE del 16 novembre, in cui ha affermato che “ulteriori azioni volte a rovesciare il legittimo risultato delle elezioni e la continua strumentalizzazione delle istituzioni giudiziarie e penitenziarie per minare la democrazia e lo Stato di diritto avrebbero inevitabilmente ripercussioni sulle relazioni tra l’Unione europea e le autorità che stanno permettendo tutto ciò»